La recensione del nuovo album dei Girl Band, dal titolo Holding hands with jamie.

La cosa più difficile è cercare di definire quest’album, o meglio, la cosa davvero complicata è, ammesso che ce ne sia bisogno, definire il genere e chi siano i Girl Band.

Sicuramente possiamo dire che sono irlandesi di Dublino e nonostante il nome del gruppo piuttosto esplicito, non si tratta di una band al femminile ma bensì tutto al maschile. Ma andiamo con ordine: una serie di singoli dal 2013 al 2014, ad Aprile 2015 pubblicano un Ep ‘The Early years’ e finalmente a settembre arriva il loro primo passo completo a livello discografico.

‘Holding hands with jamie’ ha 9 tracce per una durata complessiva di poco meno di 40 minuti, pubblicato sia in cd che in vinile. Pare che siano bastati solo 3 giorni per registrare questo LP ma bastano per non passare inosservato.

Gli elementi che compongono il disco, come spesso accade, arrivano da lontano; spesso si menzionano tutta una serie di artisti cercando di dare un’idea, azzeccata o vana, di quello che ci si appresta ad ascoltare. In questo caso risulta davvero difficile stendere un elenco perché gli aspetti ‘rubati’ ad altre band sono moltissimi ma, sorprendentemente riescono a preservarne una loro originalità.

L’aspetto che colpisce di più dei Girl Band è l’atmosfera; suoni effetti e voce danno vita ad una costante e crescente inquietudine e stato d’ansia che disorienta e attrae.

Pears for lunch, secondo canzone nella track list, è uno dei brani più potenti e riusciti dell’intero lavoro. Racchiude e riassume tutti gli elementi usati e caratterizzanti del quartetto irlandese. Basso pulsante pieno e protagonista, la batteria si approccia a tempi elettronici quasi techno e la voce straordinariamente punk calca note sofferenti e tormentate.

Ai Girl band piace fare rumore, usare effetti di ogni tipo e la continua alternanza tra parti ruvide, tese e veloci ad altre appena accennate e sporcate da rumoristica o da urla strazianti. Il brano Baloo è l’esempio di tutto questo.

Altro pezzo veramente degno di nota è Paul. Un inizio velato che segue con l’inserimento graduale di nuovi effetti e strumenti che vanno a comporre un perfetto crescendo coinvolgente e divertente fino al caos totale che chiude il pezzo. C’è spazio anche per una ballata d’eccezione ‘Texting and alien’ sempre imbrattata dalle atmosfere girlbandiane!

È un disco nuovo e moderno, può piacere perché non è classificabile ne catalogabile, frantuma quasi qualsiasi regola a cui inevitabilmente un po’ tutti siamo affezionati. È apprezzabile perché è tremendo ed esagerato in tutte le sue parti compositive ma riesce a coinvolgere tanto e suscitare curiosità. La voce di Dara Kiely ti mette in costante stato di agitazione facendoti sentire  apatico ed eccitato allo stesso tempo.

È sempre brutto chiudere con una brutta notizia però sta volta va così. Pare abbiano ufficialmente annullato le date europee fini alla fine del 2015 per problemi di salute non meglio specificate. Tutto rimandato al 2016? …. Va bene aspettiamo!

Servizio di Enzo Rotondi

(09/11/2015) – ©2015 OnDetour – Tutti i diritti riservati

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