La recenzione del nuovo album degli Spidergawd, “Spidergawd  II”, formati da componenti de Motorpsycho, Cadillacs e Hopalong Knut.

Rassicurante e ricca di prospettiva la dichiarazione di Bent Sæther di aver già materiale per il terzo e prossimo album. Già! Rassicurante perché il primo LP “Spidergawd” è bello ma il secondo “Spidergawd II” appena uscito lo è di più; a questo punto le aspettative per un futuro e terzo lavoro sono altissime. Per i pochissimi che non lo sapessero ancora gli Spidergawd non sono una semplice band al loro secondo disco in rampa di lancio per un tour europeo.

I membri di questa super band, infatti, sono per metà Motorpsycho, Bent Sæther e Kenneth Kapstad, Per Borten voce e chitarra dei Cadillacs ed infine Rolf Martin Snustad sax degli Hopalong Knut .

Per molti musicisti, questi side-project non sempre hanno seguito e non sempre lo hanno in modo continuativo; fuorché loro incidendo due dischi in due anni. Il progetto, nato inizialmente dall’amicizia decennale tra Sæther e Borten, si trasforma in poco tempo in qualcosa di più e data la profonda alchimia instaurata in questi due ultimi anni appare più che evidente la volontà e forse anche la necessità, per i due, di esprimersi in una nuova direzione.

Il disco ha 9 tracce dalla durata complessiva di 42 minuti. Non cambiano i suoni e approccio compositivo rispetto al primo disco. Suoni pieni e compressi, chitarra essenziale e intrisa d’intenzioni blues. Gli Spidergawd confermano con questo nuovo lavoro di non ricercare, in modo particolare, grosse sperimentazioni sonore ma creano la loro migliore versione di un disco stoner/hard rock; e bisogna ammettere che ascoltando il disco si ha la convinzione di avere tra le mani qualcosa di suonato da chi ci capisce e lo sa fare bene!

L’apertura con il brano “Is all she says” si ricollega alla chiusura del primo disco ” Devil  got my woman ” con un breve incipit chitarra e voce in blues old style. Poco più di un minuto e mezzo di quiete e delicatezza per partire subito sparati. L’accompagnamento del sax di  Rolf Martin viaggia parallelo al suono rotondo e appena saturato della chitarra modellandosi in un unico binario di suono possente ed energico. La riff di chitarra iniziale di  “Tourniquet” introduce una delle migliori canzoni dell’lp ricordando e mescolando MC5 ai Queen of The Stone Age ai tempi di ” Songs for The deaf” arricchita da una grintosa linea vocale. La scura e trascinante “Crossroads” continua la scaletta con chitarre e assoli di stampo zeppeliniani e interessanti interventi del grasso sax di Rolf Martin. Esattamente a metà la strumentale “Caerulean caribou” è la quinta del disco; chitarra passa in secondo piano effetti wah wah e delay impreziosiscono la rumoristica di fondo lasciando la scena e valorizzando il sax un po’ acid jazz è un po’ Morphine. “Get phisical” in pienissima atmosfera stoner apre la seconda parte dell’album mantenendo ritmi, potenza e grinta della prima parte fino all’ultimo brano “Sanctuary”.

Pubblicato sia in cd che in vinile il quartetto norvegese ci da l’occasione di ascoltare un ottimo album adrenalinico e concreto da ascoltare tutto d’un sorso. Non commettono passi falsi, non ci sono canzoni trascurabili poco riuscite, a proprio modo tutte e 9 riescono a mantenere il giusto mordente. Valore aggiunto è decisamente la presenza del sax che in ambito stoner è quantomeno insolito ma sorprendentemente ben riuscito rendendo l’album più eclettico ed originale nel suo genere.

L’unica data italiana è vicina: 9 Marzo a Milano al Legend Club, ad aprire la serata i Soup e i Coogans Bluff. La serata tutta al norvegese sarà l’occasione per scoprire se gli Spidergawd riescono anche live a trasmettere l’energia e l’intensità incisa nel disco.

Servizio di Enzo Rotondi

(01/03/2015) – ©2015 OnDetour – Tutti i diritti riservati

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