Carlo Lucarelli racconta qualche curiosità sulla sua prima regia e sul nuovo programma in onda su Rai3, “Lucarelli Racconta“.
Per assurdo il protagonista del tuo film, Gianpaolo Morelli, da attore è diventato scrittore, e tu da scrittore a registra, come è stato il primo avvicinamento a questo mondo?
È stato un approccio bello, interessante, divertente; poi faticoso, e pieno di errori, perché sono un principiante totale. Facendo le cose per la prima volta, mi sono avvalso dell’aiuto e della collaborazione di un sacco di gente, cosi almeno, quando sbagliavo me lo dicevano: potrei definirla come un’esperienza corale.
Ho visto alcune delle foto prese dal set, sembravi molto preoccupato; com’era il tuo stato d’animo in quei giorni?
Ero nervoso. Penso tutti siano tesi se non si trovano esattamente nel proprio campo e non sono abituati a fare determinate cose. C’erano sempre molti aspetti da controllare e curare, in più essendo il regista ero l’elemento terminale, al quale tutti facevano sempre capo. Oltre ai molti problemi che si creavano, si doveva fare tutto nel più breve tempo possibile, ma allo stesso momento farlo al meglio. L’insieme di questi elementi per forza ti rendono nervoso. Per tutto il tempo che abbiamo girato, ho sognato il film tutte le sere.
Incubi alla Dylan Dog?
Non erano proprio incubi, però sogni angoscianti, quelli dove ti senti inadeguato, per ogni scelta e decisione che devi fare.
Vista la trama del tuo film, dove i protagonisti si trovano in una prigione su di un’isola, ho pensato al film Shutter Island di Martin Scorsese; cosa ti sei ispirato per realizzare il film?
Le mie ispirazioni sono più letterarie che cinematografiche, non avendo io una vera conoscenza filmica così definita, però ho preso spunto da diversi film che ho visto. Avendo scritto L’isola dell’Angelo caduto nel 2000, Shutter Island non è stata un’ispirazione per il racconto, ma più altro per la realizzazione tecnica, essendo un film creato virtualmente.
Come è stato trasportare il set di un’intera isola nel Lazio?
Siamo partiti da questa idea: fingiamo di essere su di un’isola, nonostante siamo a Santa Maria di Gailera nel cuore del Lazio, dove il mare non c’è. Da qui è iniziata la nostra scommessa. Dovendo ricostruire un luogo che non esiste, tanto vale farlo da capo. Con gli effetti speciali è meglio crearselo, piuttosto che cercarne uno somigliante per poi riadattarlo.
Quando uscirà il film?
Siamo in post produzione e montaggio, non so ancora quando sarà l’uscita. In più sto curando queste fasi della realizzazione del film che non ho mai visto prima, una bella novità.
Prima con “Blunotte” e ora nel nuovo programma “Lucarelli Racconta”, cerchi di svelare i misteri italiani dei decenni ormai trascorsi; tra qualche anno di che misteri si parlerà, del gossip politico di oggi?
Si, perché anche quello fa parte dei misteri italiani. In più si parlerà sempre di quelli di quarant’anni fa che sono filo diretto tra i misteri del passato e quelli di oggi; come vedi il mosaico è sempre quello.
Sto leggendo il tuo libro “Il lato sinistro del cuore”, una serie di piccoli racconti di mistero e paura; visto che tra poco diventerai papà che racconti leggerai ai tuoi figli per farli addormentare?
Alle mie figlie, due gemelle, racconterò sicuramente storie di gattine, fatine e farfalline (ride n.d.a)
di Degio De Giorgis
(08/05/2012) – ©2012 OnDetour – Tutti i diritti riservati
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